Manuel Monda: dal quartiere Pilastro di Bologna al sogno americano

Il 2022 è un anno che Manuel Monda difficilmente dimenticherà. Dopo aver giocato il campionato di Serie A da assoluto protagonista con la divisa dell’OM Valpanaro Bologna, il ricevitore classe 2004, prodotto del vivaio degli Athletics, ha partecipato all’International Star Camp in Arizona. Il progetto, che vede tra gli organizzatori Mauro Mazzotti, si è svolto nelle scorse settimane ed è rivolto a tutti i prospetti del baseball italiano ed europeo. Il camp si svolge infatti sotto la supervisione di tecnici qualificati ed esperti del settore, nell’ottica di poter mettere sotto contratto qualche giocatore potenzialmente interessante, esterno agli Stati Uniti.

Partiamo dalla tua avventura negli States. Come è stato partecipare all’International Star Camp?
L’esperienza dell’International Star Camp è stata sicuramente molto emozionante in quanto ho potuto confrontarmi con una realtà totalmente diversa da quella che vivo in Italia. È stata, inoltre, molto formativa sia dal punto di vista tecnico, grazie alla presenza di diversi tecnici molto preparati, sia dal punto di vista mentale del gioco. Al termine del Camp posso dire di essere migliorato sia tecnicamente, grazie agli esercizi ed agli allenamenti specifici, ruolo per ruolo, che ci hanno fatto fare sia a livello mentale su come gestire alcune situazioni di gioco e su come rapportarmi con i compagni di squadra durante le partite.
Durante il camp hai avuto modo di affrontare selezioni locali di tuoi pari età. Quali differenze hai notato tra loro e voi europei?
Durante il mio soggiorno a Mesa, Arizona, abbiamo disputato 2 gare amichevoli contro 2 rappresentative di college locali composte da giocatori della nostra stessa età. La differenza tra noi e loro, dal mio punto di vista, era la preparazione dei lanciatori. Nel box di battuta eravamo sullo stesso livello tecnico mentre sul monte di lancio loro avevano a disposizione quasi tutti pitcher capaci di lanciare delle palle veloci – fastball – da 90 miglia, e dotati di ottimo controllo, cosa del tutto non scontata. Erano quindi di un livello superiore al nostro ma noi siamo stati bravi a rimanere in partita per tutto il tempo in entrambe le gare dando dimostrazione di poter dire la nostra.
Nel 2017, con la Selezione Europa-Africa, hai disputato le Little League World Series. A distanza di 5 anni come hai vissuto questa tua seconda esperienza americana? Quali differenze hai notato tra il livello italiano/europeo e quello americano di allora e di oggi?
All’epoca affrontammo squadre provenienti da tutto il mondo essendo inseriti nel girone International ed il divario con le altre squadre era molto alto. Dopo l’esperienza dell’International Star Camp posso affermare che questo gap si è ridotto rispetto a quello che ho visto 5 anni fa.
Quali pensi possano essere i tuoi prossimi step di crescita a livello agonistico? Quali sono i tuoi obiettivi?
Il primo passo, che sto già facendo, è quello di crescere fisicamente. L’obiettivo è quello di poter far crescere e rinforzare il mio fisico per ridurre il divario con gli altri atleti della serie A. In questo modo sono convito che possano migliorare anche le mie prestazioni sportive in modo da poter essere di maggior aiuto ai miei compagni di squadra.
A proposito di compagni di squadra: dopo il tuo esordio in Serie A nel 2021, in questo 2022 sei diventato un punto fermo degli Athletics Bologna, diventando il terzo battitore del lineup e triplicando le valide realizzate. Cosa ti aspetti dal 2023?
Nella passata stagione ho avuto modo di poter disputare più partite, e quindi più turni nel box, rispetto al 2021. La possibilità di andare a battere 82 volte, rispetto alle 59 del campionato precedente, mi ha aiutato a crescere. Nel 2023 spero di potermi confermare come punto fisso del lineup degli Athletics e di migliorare ulteriormente in modo da poter dimostrare tutte le mie qualità. Voglio aiutare la squadra a raggiungere un piazzamento migliore rispetto la scorsa stagione.