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Domenica 3 giugno, campo di Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro “B” – Athletics “A” 5 – 1.

Troppo scontato iniziare questo articolo con la frase l’avevo detto, ma io l’avevo detto.

Troppi anni di onorata carriera consumati nei diamanti di tutta Italia per non essere in grado di interpretare segnali ben più evidenti delle profezie dei Maya.

Dalla trionfale partita di andata contro i ottimi ragazzi di San Lazzaro, allo stato catartico di oggi, c’è stato un lento ma inesorabile abbruttimento delle prestazioni dei nostri ragazzi.

La poca consistenza degli avversari affrontati nel corso di questa agonia ha mascherato il problema, fino a quando una squadra che fa dell’agonismo la sua caratteristica principale, ha messo a nudo il problema.

Non è assolutamente un problema, se ognuno di noi riuscirà a trarne conclusioni utili per il proseguimento del campionato.

I rumors provenienti dal dugout dopo il saluto finale erano di spassosa varietà, ma erano comunque  rumors; infatti la prima considerazione positiva che posso fare sui nostri ragazzi è proprio che non si sono mai mostrati ne’ spocchiosi per le precedenti vittorie, ne’ indifferenti verso quello che fanno.

Qualcuno aveva lo sguardo perso nel vuoto come se all’orizzonte potesse apparire una scritta recante la soluzione del problema; altri, il ramo più scientifico della compagnia, ha sviluppato modelli matematici complessi sul tema classifica finale, mentre i più democristiani si interrogavano su quali e quante partite avrebbe potuto perdere il San Lazzaro da qui alla fine.

Ora tocca a noi tecnici (anche se di questi tempi trovo scomodo definirmi così) veicolare la loro ricerca di una soluzione e soprattutto ristabilire la giusta prospettiva:  la vittoria come conseguenza di  una buona applicazione del lavoro svolto in allenamento e non l’obiettivo primario.

Purtroppo o forse per fortuna, giovedì si torna i campo ad affrontare i ragazzi della Fortitudo e dobbiamo provare subito a cambiare l’approccio, poi se gli altri sono più bravi, tanto di cappello.

Forza bambolotti, crediamo in voi.