Due Torri: fra malasorte e magia

Anche quest’anno ho avuto la fortuna di partecipare con i ragazzi Athletics a quello che è ormai per noi il momento di maturazione della squadra, inteso come gruppo in grado di lavorare in sintonia verso un unico obiettivo.
Cambiano i giocatori e la percentuale di capelli bianchi sulle mie tempie, ma il torneo due torri di Parma rimane una tappa significativa per i miei ragazzi.
Purtroppo in questa edizione le gesta eroiche dei nostri mignon sono state offuscate dall’incidente più stupido e dannoso della mia carriera di allenatore.
La sera del Venerdì, mentre una marea di ragazzi dai 9 ai 16 anni si divertiva nello spazio adiacente al punto di ristoro, chi giocando, chi correndo, alcuni tra i più grandi tampinando le giocatrici di softball, altri tra i più sfigati tampinando gli allenatori, una palla da calcio vagante è andata a colpire violentemente il braccio destro del mitico Lollo, il veterano più giovane della storia del baseball, togliendolo dai giochi dopo solo due partite.
Una brutta frattura, che solo un duro come lui ha potuto sopportare, che ci ha lasciati con un velo di tristezza per il resto del torneo.
Il tenero e sincero abbraccio di un suo compagno, mentre si attendeva l’ambulanza, rimarrà per sempre la mia diapositiva preferita di questa edizione del torneo parmense.
Comunque Lollo è determinazione allo stato puro, per questo sono convinto che appena potrà sarà in campo a far roteare la sua sovradimensionata mazza, sperando che non si strappi il gesso a morsi prima del tempo.
Ma parliamo di baseball, perché del baseball c’è stato.
E come non cominciare quindi, elogiando i nostri cadetti, una dozzina di saracche impressionanti, capaci di regalare a chi ha avuto la fortuna di assistere alla finale del loro torneo, momenti di baseball di qualità.
Per quanto riguarda gli atleticini, giunti al Franchini senza particolari pretese, si è ripetuta la ormai proverbiale magia del due torri.
Intendiamoci, per chi è in grado di leggere solo risultati e classifica, siamo arrivati quinti e la nostra coppa era senza coperchio.
Ma io porto a casa molti più premi che però non possono essere messi a prendere polvere su una mensola.
Porto a casa un gruppo che è riuscito a ribaltare il risultato nell’ultimo inning di una partita ben giocata, contro una squadra di indiscusso valore come il Crocetta campione d’Italia, che tra l’altro nelle ultime due edizioni ci aveva sempre puntualmente battuto.
Porto a casa un parco lanciatori che non si è fatto mai mettere sotto da nessuno e che anche le statistiche descrivono come il migliore gruppo di lanciatori del torneo.
Porto a casa 12 ragazzi che ci hanno comunque sempre messo la mazza, indipendentemente dalla forza del lanciatore avversario.
Porto a casa un campioncino piccolo piccolo che, in un torneo contraddistinto dalla corpulenza dei nostri avversari, ha sorpreso tutti smattarellando a destra e a manca con grande allegria.
Porto a casa diverse giocate difensive, non solo frutto di discreta tecnica, ma anche di inusitata sagacia tattica.
Porto a casa un divertente week end trascorso con ragazzi simpatici ed educati, nonostante il ruggito che si è sentito all’interno della hall in un pomeriggio di noia che siamo riusciti ad attribuire alle belve prone sotto i tavolini.
Non è un caso se un bravo e simpatico arbitro che ci ha arbitrato in quasi tutte le nostre partite, ha trascorso tutti i cambi di campo nel nostro dugout.
E come ignorare i nostri fotomodelli, prede dei rotocalchi e delle fans a caccia di un loro ricordo.
Insomma, ormai non è un mistero, questo torneo mi è sempre piaciuto, mi piace e mi piacerà, ed è per questo che voglio sinceramente ringraziare tutti quelli che si sono sbattuti per garantire la nostra presenza.
Adesso pausa, devo ricaricare le batterie prima di affrontare il finale di stagione.